TAPING
Il Taping Drenante e Propriocettivo è una tecnica non invasiva, non farmacologica, che completa la terapia e offre ai pazienti una cura alternativa, efficace e localizzata e priva di qualsiasi rischio.
E’ una tecnica basata sui processi di guarigione naturale del corpo
Il Taping Drenante e Propriocettivo è in grado di indurre effetti sull’attivazione neurologica dei muscoli, sul sistema circolatorio e sulla postura sfruttando alcuni principi neurofisiologici del nostro corpo. I muscoli infatti, oltre alla loro funzione meccanica, svolgono un ruolo centrale per la circolazione venosa e linfatica, e per la termoregolazione. Attraverso questo bendaggio elastico è possibile facilitare ed aiutare i muscoli, i vasi e le articolazioni a svolgere le proprie funzioni. I muscoli sono trattati con un nastro elastico, che permette il pieno movimento muscolare e articolare e attiva le difese corporee aumentando la capacità di guarigione.
Il taping agisce quindi a vari livelli:
- riduce l’ipersensibilta e il dolore cutaneo.
- azione facilitante e di supporto al movimento muscolare
- azione drenante su edemi ed ematomi sottocutanei e sul sistema linfatico
- correzione del malallineamento articolare.
Funzioni sulla pelle:
- effetto presenza, l’informazione cutanea costante e ripetitiva del nastro genera uno stimolo nervoso che arriva al midollo spinale ed è in grado di inibire lo stimolo doloroso che parte dalla stessa zona (meccanismo fisiologico del gate control)
Tale informazione a livello del Sistema Nervoso Centrale produce nuovi stimoli che agiscono perifericamente anche a livello posturale.
Funzione sul muscolo:
A seconda della tecnica di applicazione o del grado di tensione dato al tape, si ottengono diversi risultati:
- sostegno del muscolo
- migliora la contrazione muscolare durante l’attivita sportiva
- riduce l’affaticamento muscolare
- puo indurre un effetto di contenimento in muscoli deboli o danneggiati
- azione antalgica su dolori miofasciali o contratture
Funzioni sul sistema linfatico e sanguigno:
- aumento della circolazione linfatica e sanguigna
- riduzione del calore tissutale
- apertura del drenaggio linfatico sottocutaneo (aiuta ad eliminare edema e/o emorragia tra la pelle e il muscolo)
- riduzione dell’infiammazione
Funzioni sulle articolazioni:
- puo correggere il disallineamento articolare causato da posture scorrette, spasmi muscolari anomali o dovuti ad accorciamenti muscolari
- tende a normalizzare le tensioni fasciali
- azione antalgica
- incrementa la mobilità articolare, aumenta il ROM (ampiezza di movimento), o puo sostenere un articolazione instabile
L’uso del Taping Drenante e Propriocettivo offre dunque al terapista un approccio nuovo, innovativo e non farmacologico che integra e migliora la terapia svolta.
TRIGGER POINT
Sono definiti Trigger Points (punti grilletto) , piccole zone muscolari caratterizzate da gruppi di fibre in stato di contrattura persistente in seguito ad insulto o danno da sovraccarico. Essi si mantengono in tensione e limitano il movimento del muscolo di appartenenza e possono essere silenti o attivi.
Un trigger point può essere attivato da:
- eccessiva massa muscolare
- stress
- trauma o infortunio
- assenza di stretching
- mancato o errato allungamento e riscaldamento prima dell’attività fisica.
- Posture scorrette mantenute per periodi prolungati
L’evidenza clinica del trigger point è il dolore muscolare, continuo o discontinuo, a livello di una o più sedi muscolari, apparentemente indenni. I punti grilletto vengono definiti, per questo motivo, miofasciali”). Spesso il dolore si accompagna a manifestazioni vegetative come ad esempio nausea e vomito, oppure a sensazioni di tensione, di rigidità, di facile affaticabilità e di debolezza e/ di ridotta autonomia di movimento.
Il trigger point assume, inoltre, la peculiarità di una condizione di iperalgesia (aumentata sensibilità agli stimoli dolorosi) superficiale e profonda in aree sovrapponibili , limitrofe oppure lontane dalla sede del punto grilletto e possono esistere indipendentemente da qualsiasi altro problema evidente. In un certo senso queste fibre in stato di contrattura o detti anche piccoli nodi, sono una parte integrante naturale dei muscoli e, quindi, inevitabile che prima o poi quasi tutti i soggetti vengono coinvolti da un episodio di dolore miofasciale.
L’esperienza clinica quotidiana di medici, terapisti, fisioterapisti hanno dimostrato che la sintomatologia dolorosa è frequentemente da imputare alle nodosità muscolari e che questi possono essere facilmente debellati con tecniche più o meno semplici con il “blocco dei trigger points”. La visita medica specialistica è fondamentale per la diagnosi. Essa che deve comprendere un’attenta palpazione del distretto corporeo, indicato dal paziente, per la localizzazione della nodosità e la ricerca dei criteri appropriati par la diagnosi stessa.
I criteri maggiori per riconoscere un trigger point sono:
- dolore spontaneo distrettuale
- comparsa acuta durante o dopo uno sforzo fisico e/o improvviso sovraccarico dell’apparato muscolare
- sbilanciamento strutturale dell’assetto corporeo (alterata postura)
- dolore o sensazioni alterate nella zona prevista di dolore riferito (area bersaglio) per un determinato T.P.
- segno del “jump(salto)” , ossia una banda indurita che risulta tesa alla palpazione in un muscolo accessibile (palpazione a scatto)
- elettiva e localizzata dolorabilità in un punto preciso lungo il segmento muscolare indurito (segno del salto)
- ridotta ampiezza di movimento, quando misurabile
- rapida contrazione locale alla stimolazione improvvisa de T.P. o alla puntura
La corretta individuazione e trattamento del trigger point, specialmente di quelli attivi, puo risolvere problematiche apparentemente di origine diversa. Ad esempio stati di cefalee persistenti e continui spesso sono causate da trigger point attivi localizzati alla base del collo o sul trapezio, e come queste molte altre sindromi dolorose
Il trattamento dei trigger point , unito a un corretta azione complementare per agire sulla causa che gli ha resi dolenti è quindi fondamentale per risolvere numerose patologie. Lavorare sui trigger point è inoltre importantissimo per migliorare sindromi posturali e migliorare le performance muscolari negli sportivi ma anche nelle attività della vita quotidiana.
PNF
La PNF (Proprioceptive Neuromuscolar Facilitation), detta anche stretching propriocettivo, è una metodica di allungamento muscolare nata in ambito riabilitativo, ma che attualmente si sta diffondendo anche in ambito sportivo. Questa pratica trova impiego in tutte le situazioni in cui viene compromessa (per infortunio, allenamenti errati o blocchi della motilità) l’estensibilità muscolare.
La pratica di questo protocollo è la stessa per ogni muscolo:
- Assumere lentamente, grazie a una forza esterna (che può essere il peso corporeo, l’aiuto di un’altra persona o un vincolo come il muro) la posizione di allungamento muscolare massima e mantenerla per qualche secondo.
- Contrazione isometrica (cioè senza movimento dei capi articolari) contro la forza esterna (che può essere il peso corporeo, l’aiuto di un’altra persona o un vincolo come il muro) per la durata di 6-20”
- Breve rilasciamento per 2″.
- Allungare successivamente lo stesso muscolo per 15-30″.
- Ripetere i punti 1-4 un’altra volta.
N.B.: è fondamentale non esagerare con gli allungamenti e le contrazioni; in altre parole, mai forzare oltre la soglia del medio fastidio muscolare.
È facile intuire come le parti cruciali di questo protocollo siano i punti 2 e 4. Infatti, la contrazione muscolare isometrica a muscolo allungato (punto 2) induce uno stimolo molto intenso, mentre il successivo allungamento (punto 4) provoca un rilasciamento che, in teoria, permette un’ulteriore distensibilità del muscolo.
Gli stimoli indotti dai punti 2 e 4 inducono, con il passar delle sedute, adattamenti (cioè modificazioni permanenti della fibra muscolare) che portano al miglioramento dell’estensibilità muscolare.
La PNF è da considerare perciò un ottima metodica di allenamento della forza alla massima escursione articolare. Questo rappresenta un valido metodo per recuperare l’ estensibilità muscolare in seguito a una lesione più o meno grave (la lesione e il successivo periodo di astinenza dall’attività sportiva influiscono negativamente sulla lunghezza del muscolo) per un corretto ritorno all’attività sportiva, specie in sport in cui è richiesta un estensibilità superiore alla norma (combattimento, danza, aerobica).
Il PNF è inoltre utilizzato in un contesto di riabilitazione posturale, in quanto muscoli contratti o poco estensibili possono causare atteggiamenti scorretti che a loro volta causano dolore e rigidità o in seguito a periodi prolungati di immobilizzazione come interventi chirurgici.
Il PNF è comunque una tecnica da utilizzare previo adeguato riscaldamento ed è consigliabile, per i non esperti farsi seguire inizialmente da un terapista specializzato per evitare di allungare eccessivamente il muscolo e danneggiarlo. Si sconsiglia inoltre la sua pratica nei giovani di età inferiore ai 16 anni.